Belle, brave, note. Ed estrose

13 Mar 12 - Eva Purelli, Il giornale di Vicenza

"Una tecnica senza zone d'ombra, una fusione tra differenti modi di interpretare l'eloquio musicale e una bellezza di suono non comune"


Belle, brave, note. Ed estrose. Laura Gorna, violino, Cecilia Radic, violoncello, Laura Manzini, piano. Ossia l’Estrio. Il nome gioca con le assonanze e i richiami. Come in un gioco di echi e di consonanze…. Di estro le tre musiciste ne hanno parecchio. Che si aggiunge ad una tecnica senza zone d’ombra, una fusione tra differenti modi di interpretare l’eloquio musicale e una bellezza di suono non comune. Il violino di Gorna, il violoncello di Radic, persino il pianoforte di Manzini hanno un timbro specifico, ma poi queste tre caratterizzzioni si fondono in un omogeneo flusso sonoro e in una abilità espressiva che cnsente alle tre di affrontare addirittura un monografico appuntamento con la musica del Novecento. Con ironia la serata per la Società del Quartetto e che coincideva con la Giornata internazionale della donna parafrasava, mutandolo, il titolo di un romanzo di Françoise Sagan: “Aimez-vous Brahms?”. Sostoutiamo il pacioso Johannes con uno dei più eleganti e raffinati compositori del Novecento ed ecco l’appuntamento con il francese Maurice Ravel. “Aimez-vous Ravel?”. L’EsTrio al pubblico che rimpiel a Sala grande del Comunale propone un Ravel carico di tensioni, di esuberanza, di “joie du vivre”, di allegria e di passione. L’intesa è perfetta anche quando il violino di Laura Gorna si accorda ai timbri del pianoforte di Laura Manzini, nella famosa Sonata in sol maggiore. Infine, il Trio in la minore, in cui piano, cello e violino grazie alla sensibilità femminile acquisiscono eleganza, morbidezza, grazia e uno squisito bel suono. Tra brio e fuoco, un gradimento senza riserve, come gli applausi calorosi, suggellati da un bis di Germaine Tailleferre.

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