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Gaia de Laurentiis e EsTrio a Monopoli

  • Cinema-Teatro Radar 71 Via Magenta Monopoli, Puglia, 70043 Italy (map)

Gaia De Laurentiis, voce recitante

Laura Gorna, violino
Cecilia Radic, violoncello
Laura Manzini, pianoforte

Pochi avvenimenti, felicità assoluta. Scene da un matrimonio

Drammaturgia originale: Maria Grazia Calandrone
Musiche di Clara e Robert Schumann

Clara (Gaia De Laurentiis) è una donna non comune che fa cose comuni. Ma le fa tutte grandemente e umilmente, perché grande e umile è la sua persona. Clara entra in scena entrando nella camera dell’ospedale psichiatrico dove è ricoverato il suo Robert in fin di vita e attacca discorso con lui scherzando un po’, anche sostenuta da un filo incandescente di rabbia e anche mascherata per celare l’imbarazzo quando andiamo a trovare un malato, qualcuno che stentiamo a riconoscere in quel luogo e in quella provvisoria deformità. Ma stando seduta accanto a lui a parlare, offrendogli il cibo che ha fatto per lui con le sue mani di moglie, Clara viene pian piano sopraffatta dalla confidenza coniugale, le sgorgano dagli occhi e dalla bocca i ricordi, le ore, i luoghi e gli episodi dell’amore, che sempre più infiammata condivide con Robert, sempre più fiduciosa che nel corpo vivo della memoria comune anche lui trovi la superficie dalla quale risorgere, e Robert – l’Amato, il Compositore – compia per lei e attraverso lei il miracolo di tornare. Ci vuole poco a ritrovare le attitudini e le inclinazioni di un amore durato decenni: Clara parla con la bocca dell’amore coniugale, erotico, amicale, materno, di socia e di compagna di viaggio e di lavoro, parla da ognuna delle specie di donna che è ogni specie di donna, parla da dentro una cieca fiducia domestica che nessun lutto e nessun trauma hanno avuto la brutalità di incrinare, parla priva di senso di realtà o forse avendo raggiunto insieme con il suo interlocutore presente-assente, forse proprio parlando al vuoto bianco che si è sdraiato sul letto al posto del suo Robert, la realtà più reale.

“Il concerto–spettacolo che presentiamo al pubblico nasce nel nome di Clara e Robert Schumann e intreccia una scrittura originale di poesia per il teatro con una drammaturgia musicale pensata e articolata in funzione e a compimento di questa scrittura. Nelle parole di Clara, al capezzale del marito poco prima della sua morte, fiorisce l’avventura umana e spirituale di un incontro predestinato, in cui solo la voce della musica mantiene viva e lancinante la presenza – assenza di Robert, ormai ridotto al silenzio. Le dinamiche compositive tra testo e musica, il dialogo serrato e costante tra di essi, e l’articolazione scenica del lavoro sono stati “orchestrati” dalle quattro soliste oggi in scena, in una serie di incontri di prove molto vivaci e “spericolati” (ciascuna di noi aveva il desiderio e l’urgenza di sperimentare!), con il prezioso contributo di Antonella Agati, che ha fortemente voluto il nostro incontro, ha seguito la nascita del lavoro e ne ha curato con passione la realizzazione visiva. A Maria Grazia Calandrone, magnifica autrice del testo, va infine tutta la nostra riconoscenza per aver risposto con entusiasmo alla nostra “commissione” con un’opera di profonda musicalità.”

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